Conflitti familiari e strategie di risoluzione
Conflitti familiari e strategie di risoluzione
Il 4 Dicembre a Firenze, Quipsico parteciperà all’evento organizzato dal mondo dell’associazionismo forense e del terzo settore della Toscana, GESTIONE DEL CONFLITTO ED EDUCAZIONE ALL’ AFFETTIVITA’.
Lisa Sartori, fondatrice socia di Quipsico ed esperta in tematiche relazionali e familiari, condurrà un intervento dal titolo “Conflitti familiari e strategie di risoluzione”. Al centro si pone il problema dell’educazione alla gestione del conflitto come momento centrale per la soluzione di alcune questioni cruciali del nostro tempo sia sul piano individuale che sociale. L’obiettivo nello specifico sarà quello di educare non solo le condotte razionali ma anche le emozioni a gestire il conflitto rifuggendo dalla violenza, nelle relazioni private (amicali, sentimentali, familiari) ovvero pubbliche (nella competizione politica o nei rapporti tra gli Stati) significa progredire verso una ”civilizzazione” dei rapporti che valorizzino e ottimizzino qualità e funzionamento delle e nelle relazioni interindividuali.
Conflitti familiari e strategie di risoluzione
In generale la parola conflitto, dal latino “confliggere”, rimanda all’incontro, all’idea di stare insieme e di incontrarsi. Infatti di per sè il conflitto è una grande occasione, se gestito bene, di comprensione e di vicinanza emotiva. Nel conflitto prendono vita emozioni, bisogni, aspettative e desideri che, senza di esso, spesso non troverebbero espressione.
Il problema dunque non è nel conflitto di per sè, come a volte si arriva a pensare, ma nella sua espressione e gestione. Toni comunicativi violenti ed aggressivi, risposte al conflitto di silenzio e punizione, sono alcune manifestazioni tossiche di conflitti familiari.
Imparare a gestire ciò che avviene nella famiglia implica imparare a lavorare su tre fronti, intersecati tra loro:
-emotivo;
-relazionale;
-comunicativo.
Come si può risolvere al meglio un conflitto?
In primis sottolineo la necessità di parlare di risoluzione, come della fase del conflitto più difficile ma anche la più indispensabile in quanto, moltissimi malesseri psicologici, hanno origine proprio da non detti, comunicazioni non chiare ed emozioni non espresse.
Risolvere il conflitto significa chiedersi in prima persona:
“Cos’ho fatto per arrivare a questo punto? Cosa può aver compreso l’altra persona? Era ciò che volevo dire? come si sarà sentito?” e imparare a chiedere un feedback anche in un secondo momento.
Infine, indispensabile è maneggiare le emozioni le quali sono la via d’uscita di molti conflitti, anche nel vivo della dinamica.
Programma dell’ EVENTO GESTIONE DEL CONFLITTO ED EDUCAZIONE ALL’ AFFETTIVITA’
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